Alla Bancarella delle Scelte, ogni decisione diventa un piccolo gioco di cuore e curiosità: scopri come Giulia, con una semplice moneta, ha imparato che scegliere significa anche sognare in grande
Quel sabato mattina la piazza sembrava una festa. C’erano palloncini, musica, profumo di zucchero filato.
Giulia correva tra le bancarelle stringendo forte nella mano tre euro e cinquanta, la sua paghetta della settimana.
«Mamma, guarda! Il signore del gelato ha anche quello al biscotto doppio!» disse con gli occhi che scintillavano.
Era il suo preferito, ma costava tre euro e cinquanta, proprio tutto quello che aveva.
Si fermò. E adesso? spendere tutto in un gelato adesso, o tenere i soldi per qualcosa che forse… valeva di più?
Da settimane Giulia pensava a un obiettivo preciso.
Alla vetrina del negozio di giocattoli, c’era un piccolo ukulele rosa con disegni di stelle. Ogni volta che ci passava davanti, la guardava come se la chiamasse per nome.
«Appena avrò abbastanza soldi, lo compro!» aveva promesso a se stessa.
Costava venticinque euro, una montagna per una bambina che riceveva tre euro e cinquanta a settimana.
Aveva già messo da parte nove euro nel barattolo trasparente sopra la scrivania.
Ogni moneta che cadeva dentro faceva un tintinnio dolce, come una nota musicale.
Era la sua piccola sinfonia di pazienza.
Adesso, però, quel piano di risparmio traballava davanti al vassoio di coni e colori del chiosco.
«Forse potrei concedermi solo questo gelato…» pensò Giulia.
Il sole le scaldava la fronte e sentiva l’acquolina in bocca.
Davanti a lei, Tommaso già leccava un cono enorme alla menta.
«Dai, Giulia, vieni! Oggi offre il sabato!» rise lui.
Giulia sorrise incerta. Sabato, sì, ma… solo se offrire significava a se stessa.
Dentro di sé nacque un piccolo vento di dubbio.
Si sedette un po’ più in là, sotto al grande tiglio al centro della piazza.
Il suo fratellino Luca stava tirando le bolle di sapone, e papà era andato a comprare il pane.
Giulia aprì lentamente il palmo. Le monete brillavano come piccole lune.
«Se compro il gelato, resterò con zero…» si disse piano.
Il vento fece tintinnare la moneta da cinquanta centesimi. Sembrava gridarle: “Aspettami, suona meglio dopo!”
«Ma se risparmio sempre… mi diverto mai?» chiese a voce bassa, come se le foglie potessero risponderle.
All’improvviso, accanto a lei si sedette la signora del banco dei libri usati, la nonna di un’amica.
«Ti vedo pensierosa, stellina. Hai perso qualcosa?» chiese sorridendo.
Giulia raccontò tutto: il gelato, l’ukulele, la fatica di scegliere.
La donna annuì. «Le monete sono come semi: se li pianti oggi, domani suonano canzoni nuove. Ma anche i sogni hanno fame. Quale vuol mangiare oggi il tuo cuore?»
Giulia rimase zitta, ma dentro di lei la frase delle monete-semi fece un piccolo clic.
Camminando via, vide un’altra bancarella che non aveva notato prima:
una tavola piena di disegni, libri per bambini e piccoli giochi di legno.
Sopra, un cartello colorato diceva: “Bancarella delle Scelte – Vinci col cuore, non col caso!”
Dietro il banco, un ragazzo più grande, forse delle medie, spiegava ai bambini che con una moneta da cinquanta centesimi si poteva pescare una busta a sorpresa.
Dentro alcune c’erano piccoli premi; in altre, solo messaggi speciali chiamati Parole di Fortuna.
Giulia guardò la moneta da cinquanta che ancora tremava tra le dita.
«Solo cinquanta centesimi… non rovino il mio piano se la uso, no?» sussurrò.
Si mise in fila. L’attesa la fece sentire come quando si sta per aprire un regalo o dare un voto importante.
Arrivò il suo turno. Inserì la moneta, pescò una busta azzurra e la aprì piano.
Dentro non c’era un premio. C’era un foglietto con una frase scritta a penna blu:
“Non è il premio che conta, ma il motivo per cui scegli.”
Giulia restò ferma.
Era proprio il messaggio che cercava senza saperlo.
La mattina dopo, Giulia tirò giù dal barattolo tutti i fogliettini dove segnava i suoi risparmi.
Mamma dice sempre che organizzare i soldi è come progettare un viaggio.
Così prese un quaderno colorato e fece una tabella:
- Ogni settimana: +3,50 €
- Obiettivo: 25 €
- Mancano: 16 €
- Tempo stimato: 5 settimane (se non spendo!)
Poi scrisse accanto un disegno di ukulele con delle piccole note che uscivano a forma di cuore.
Sotto aggiunse: “Non è il premio, ma il motivo.”
Papà, che la osservava dal tavolo, sorrise.
«Cos’è tutta questa contabilità, signorina?»
«Il mio piano musicale!» rispose fiera. «E questa volta niente gelati per due sabati. Voglio proprio vedere che musica esce da questo sogno.»
La prima settimana andò bene. Giulia mise da parte tutto.
La seconda, invece, arrivò la fiera di primavera.
Le amiche compravano braccialetti, palloncini e dolcetti.
Giulia sentì dentro un piccolo brontolio: «Solo un braccialetto… tanto costano due euro…»
Ma il pensiero dell’ukulele suonò più forte, come un accordo deciso.
«No, grazie! Mi tengo la mia musica futura!» rise, anche se un po’ a malincuore.
La terza settimana, il nonno le chiese aiuto a sistemare le piante sul balcone.
«Ti meriti un premio per la tua pazienza, piccola aiutante!» le disse, dandole due euro.
Giulia li appoggiò nel barattolo con una sensazione bella e tonda:
guadagnare con impegno ha un suono diverso dal ricevere.
Passarono i giorni, le settimane.
La sera prima di andare al negozio, Giulia aprì il barattolo.
Le monete erano tante che sembravano un piccolo cielo di stelle metalliche.
Contò con calma: ventisei euro e cinquanta.
«Ce l’ho fatta!» gridò saltando sul letto.
Mamma e papà applaudirono come a un concerto.
Il giorno dopo, nel negozio, l’ukulele rosa la aspettava nello stesso posto.
Giulia lo prese con delicatezza, come se fosse fatto di sogni.
Consegnò le sue monete una a una, sentendo dentro un orgoglio caldo e leggero.
La sera, seduta sul tappeto della sua stanza, Giulia pizzicò la prima corda.
Il suono era un po’ stonato, ma bellissimo.
Ogni nota raccontava una scelta: un gelato non preso, una fiera saltata, un fiore innaffiato dal nonno.
Luca la guardava adorante.
«Giulia, posso risparmiare anch’io per qualcosa?»
Lei rise. «Certo! Ma prima devi trovare il tuo sogno e il suo perché.»
Poi fece vibrare l’ukulele.
Fu come se tutta la piazza, le monete, le parole del biglietto azzurro si fossero messe a cantare insieme.
“Non è il premio che conta, ma il motivo per cui scegli.”
Da quel giorno, Giulia iniziò a chiamare il suo barattolo “la Bancarella delle Scelte”.
Ogni settimana lo usava non solo per risparmiare, ma per riflettere su ciò che davvero desiderava.
A volte decideva di spendere un po’; altre volte di aspettare.
Ma sempre con un pensiero in più: il valore non era solo nelle cose che comprava, ma nelle decisioni che imparava a prendere.
E ogni volta che qualcosa la tentava, pizzicava una corda del suo ukulele.
Il suono le ricordava che avere un sogno è come avere una melodia: serve tempo, cura e cuore per farla suonare davvero.
✨ Nota per genitori ed educatori
In questo racconto di DINDINO by LULLY.kids, la protagonista sperimenta il valore del risparmio consapevole e dell’attesa per un obiettivo concreto, imparando a pianificare e distinguere tra desiderio immediato e sogno significativo.
La narrazione guida i bambini a comprendere che le decisioni economiche sono anche scelte emotive: imparando ad aspettare e costruire, cresce il senso di responsabilità e fiducia in sé.
✨ DINDINO non insegna solo a contare: insegna a scegliere. E a sognare.

