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Il guinzaglio dei sogni: come Lucia ha imparato che l’attesa può brillare come una moneta

La storia del guinzaglio dei sogni da un barattolo pieno di monete: un viaggio tenero e sorprendente in cui Lucia scopre che l’attesa, proprio come l’amore, può trasformarsi nella più dolce delle avventure

Lucia fissava il parco dalla finestra, con il mento appoggiato alle mani.
Sotto gli alberi, correvano due cagnolini: uno bianco a macchie e uno color miele.
Il vento portava le loro risate a quattro zampe fino a casa sua.

«Mamma!» gridò. «Io voglio un cane! Uno tutto mio, da portare a spasso e pettinare la sera!»

La mamma sorrise, continuando a mescolare il sugo. «Un cane è una grande gioia, ma anche una grande responsabilità, Lucia. E costa: il guinzaglio, il cibo, le visite dal veterinario…»

Lucia sospirò, il naso contro il vetro. «Ma io lo porterei fuori, sempre! E potrei dargli da mangiare io!»

Dentro di sé, la bambina sentiva farsi largo un pensiero luminoso. «Chissà quanto costa davvero… Forse potrei risparmiare io?»

Lucia aveva otto anni, occhi curiosi e una fantasia così grande da doverla piegare in due per farla entrare nello zaino.
Ogni sabato, riceveva due euro di paghetta. Suo papà diceva: «Un euro per i tuoi piccoli desideri, un euro per… i sogni più grandi.»

Il salvadanaio, un barattolo coperto di adesivi, stava sullo scaffale vicino ai libri.
Ogni tanto Lucia apriva il tappo solo per sentire il tintinnio delle monete: era come un applauso gentile, pieno di promesse.

Ma la tentazione abitava dietro l’angolo — o meglio, dietro il bancone della cartoleria accanto alla scuola.
Quaderni profumati, penne a gel color arcobaleno, gomme a forma di coniglio.

«Lucia, guarda questa penna che cambia colore!» la tentava la sua amica Giada quasi ogni settimana.
E Lucia, a volte, resisteva. Altre volte… no.

Una sera, dopo cena, Lucia prese un foglio e lo appese sopra il suo barattolo.
C’era scritto in grande, con la penna viola:
“CAGNOLOMIO – Progetto ufficiale per il mio amico a quattro zampe.”

Papà rise. «Cagnolomio, eh? Mi sembra un nome perfetto!»
«È anche il nome del cagnolino che prenderò,» spiegò lei. «Ma prima voglio comprare da sola il suo guinzaglio!»

La mamma alzò un sopracciglio. «Davvero vuoi risparmiare per questo?»
«Sì! E poi, se non riesco, posso fare qualche lavoretto per voi. Così guadagno un po’ di più.»

Papà annuì, serio come se stesse davanti a una giovane imprenditrice. «Affare fatto. Ma devi segnare tutto, guadagni e spese.»

E così Lucia prese un quaderno vecchio e scrisse in copertina:
“Il diario di Cagnolomio: missione guinzaglio.”

Il sabato successivo, Lucia iniziò la sua impresa.
Accettò di lavare la macchina del papà per cinquanta centesimi e riordinare le scarpe nell’ingresso per altri cinquanta.
Poi aiutò la nonna a sbucciare le mele per la torta e ottenne in cambio due biscotti… e un euro dentro una bustina colorata.

«Brava la mia Lucia risparmiatrice!» disse la nonna.

Ogni volta che una moneta entrava nel barattolo, Lucia sentiva un piccolo “cling” dentro al cuore.
Contava e ricontava, aggiornando il suo diario:
– Saldo iniziale: 5 euro.
– Guadagno di oggi: 2 euro.
– Totale: 7 euro.

«Ci sto riuscendo!» mormorava. «Il guinzaglio di stoffa rossa costa 15 euro. Meno della metà e ci sono quasi!»

Ma la cartoleria continuava a chiamarla, dolce e pericolosa come una sirena di zucchero.

Era un pomeriggio di sole e Giada la stava aspettando davanti a scuola, agitando una bottiglia di sapone con un tubo colorato.
«Guarda! Vendo bolle giganti! Le prendo alla cartoleria per un solo euro! Le vuoi provare?»

Lucia lo voleva, eccome.
Vide una bolla così grande da potersi nascondere dentro. Si sentì dentro quella bolla, con Cagnolomio che correva al suo fianco.
Solo un euro. Solo uno.

Aprì il portamonete, vide le monete argentate brillare.
Poi ricordò il suo cartello sul barattolo. Cagnolomio, il diario, il “cling” nel cuore.

Chiuse il portamonete. «No, grazie, Giada. Oggi no.»

Giada la guardò sorpresa. «Ma perché? È divertentissimo!»
Lucia arrossì. «Sto risparmiando per qualcosa di mio. Più importante delle bolle.»

Si allontanò con un passo leggero, anche se una vocina dentro di lei diceva: «E se domani non ci fossero più?»

Dopo una settimana, il cielo si riempì di nuvole e il buon umore di Lucia se ne andò insieme al sole.
Aveva litigato con Giada per un disegno strappato per errore e la giornata sembrava tutta storta.

Mentre tornava a casa, vide in vetrina un quaderno nuovo, con un cagnolino stampato sulla copertina.
«È il destino!» pensò.

Entrò. Le dita scivolarono sulla copertina lucida. «Solo due euro. E sarebbe perfetto per il diario di Cagnolomio!»

Il cuore batteva forte. Aprì il portamonete. Le monete scintillavano come occhi curiosi.
«Due euro non cambiano niente, vero?» sussurrò.

Pagò. Uscì.

Solo a casa, quando scrisse il nuovo saldo sul quaderno, si rese conto che era scesa a 10 euro esatti.
«Ho rovinato tutto!» si disperò, mordendosi le labbra.

La sera, papà la trovò mogia sul letto.
«Che succede, piccola economista?»
Lucia gli mostrò il quaderno col buco nel bilancio. «Non ce la farò più a comprare il guinzaglio. Ho speso due euro per un quaderno. Era così bello…»

Papà le fece un cenno di complicità. «Ti confido un segreto: anche i grandi sbagliano a volte. Ma sai cosa li rende diversi? Che imparano a pianificare dopo ogni errore.»

«Pianificare?» chiese lei.
«Sì, significa guardare avanti, non indietro. Possiamo fare una mappa del tuo risparmio. Vuoi?»

Disegnarono insieme una scala:
– Ogni gradino, un traguardo.
– A 5 euro: “Mezza zampa.”
– A 10 euro: “Coda scodinzolante.”
– A 15 euro: “Guinzaglio completo.”

Lucia rise. «Cagnolomio sarà fiero di me!»

Durante il weekend, Lucia vide che la signora del terzo piano stava raccogliendo foglie nel cortile.
Le corse incontro: «Posso aiutarla? Sto mettendo da parte i soldi per un guinzaglio!»

La signora sorrise. «Ma certo! Ti do cinquanta centesimi se mi aiuti mezz’ora.»

Lucia lavorò con entusiasmo. Il giorno dopo propose alla mamma di aiutare a piegare i panni: un euro guadagnato.
Poi costruì un piccolo cartello da appendere in ascensore:
“Piccola aiutante disponibile – Prezzi onesti e sorriso incluso.”

La portinaia le diede due euro per innaffiare le piante del pianerottolo durante la settimana.

Ogni sera Lucia segnava tutto nel diario, con precisione e orgoglio.
A fine mese, il barattolo traboccava di monete.

Era un sabato mattina luminoso quando Lucia saltò giù dal letto e corse dal suo barattolo.
Contò e rilesse due volte: quindici euro tondi tondi.

Saltò giù dalle scale. «Mamma, papà, oggi andiamo al negozio di animali!»

Entrarono in quell’universo profumato di biscotti per cani e crocchette.
Lucia trovò subito il guinzaglio rosso che aveva visto mesi prima. Lo accarezzò piano.
«È proprio come lo sognavo.»

Pagò con le sue mani, una moneta dopo l’altra. Sorrideva come se ogni euro avesse una storia da raccontare.

A casa, appese il guinzaglio vicino alla finestra, accanto al suo cartello “CAGNOLOMIO”.
Non aveva ancora un cucciolo, ma aveva conquistato qualcosa di più grande: la pazienza, la fiducia, l’attesa.

Qualche settimana dopo, un sabato pomeriggio, Lucia sentì un fruscio dietro la porta.
«Lucia, c’è qualcuno che vuole conoscerti!» disse la mamma.

La bambina aprì e vide un cucciolo marrone, con una zampa bianca e due occhi pieni di curiosità.
Al collo, c’era… il suo guinzaglio rosso.

«Cagnolomio!» gridò, stringendolo a sé.

Papà rise. «Si vede che il tuo progetto era troppo bello per restare solo disegno sul cartellone.»
Lucia gli sussurrò: «Anche i sogni hanno bisogno di essere nutriti, vero?»
«Proprio così.»

La sera, Lucia scrisse la sua nuova legge personale sul diario:
“Ogni desiderio ha il suo guinzaglio: se lo tieni con cura, ti porta lontano, passo dopo passo.”


Nota per genitori ed educatori:
In questo racconto di DINDINO by LULLY.kids, Lucia sperimenta il valore del risparmio e della pianificazione consapevole. Attraverso il desiderio di acquistare un guinzaglio con le proprie forze, impara a gestire la paghetta, distinguere tra desiderio immediato e obiettivo a lungo termine, e a trasformare l’attesa in una conquista personale. La storia offre ai bambini un linguaggio concreto e affettivo per comprendere come i piccoli gesti quotidiani possano costruire sogni veri.

DINDINO non insegna solo a contare: insegna a scegliere. E a sognare.

Questa storia potrebbe essere ispirata a eventi e persone reali con finalità ludiche e ricreative.
Alcuni dettagli potrebbero essere semplificati o romanzati per renderla più accessibile ai bambini.

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