Scopri come la piccola Chiara trasforma poche monete in un grande sogno, imparando che la magia più potente nasce dalla pazienza, dalla fantasia e da un barattolo pieno di speranza
Chiara fissava la vetrina del negozio di giocattoli come se fosse la finestra di un castello pieno di tesori.
Sul ripiano più alto c’era lo zaino arcobaleno con le ali di unicorno, quello che sembrava fatto apposta per lei.
«Mamma, guarda! È bellissimo! Posso averlo?»
La mamma le sorrise dolcemente. «Lo so, amore. Ma non possiamo comprare tutto subito. Hai ancora la tua paghetta, no?»
Chiara sospirò. Le monete nel suo portamonete non erano certo molte.
Come poteva trasformarle nello zaino dei sogni?
Ogni venerdì, papà metteva tre monete da un euro sul tavolo della cucina.
«Questa è la tua paghetta, Chiara. Per imparare a scegliere. Vuoi spenderla o conservarla per qualcosa di speciale?»
Chiara si sentiva grande ogni volta che le monete tintinnavano nella sua mano.
Di solito, correva al negozio di Edy, la signora che vendeva figurine e gomme colorate.
Ma quella volta era diversa. Aveva in mente lo zaino con le ali.
Chiara fece i conti con papà, tutto serio davanti a un foglio.
«Allora, vediamo… lo zaino costa trentadue euro, giusto?»
Lei annuì piano.
«E tu ricevi tre euro ogni settimana. Quindi… ci vorrebbero almeno dieci settimane e mezzo.»
Chiara spalancò gli occhi. «Dieci settimane?! È tantissimo tempo!»
Papà rise. «Lo so. Ma è così che nascono le cose importanti: un passo alla volta.»
Quella sera, Chiara mise le sue prime tre monete in un barattolo di vetro.
Scrisse sopra un’etichetta: “Progetto Ali”.
La domenica, Chiara era al parco con i suoi amici.
Giulia mostrava con orgoglio la sua nuova palla luminosa. «Guarda, cambia colore quando la lanci!»
Chiara sorrise, ma dentro sentì un piccolo nodo.
«Chissà quanto costa…» chiese piano.
«Solo cinque euro! Io li avevo risparmiati da due settimane.»
Cinque euro. Bastavano due paghette.
E io che dovrò aspettare dieci settimane per uno zaino…
Quella sera, aprì il barattolo e fissò le monete.
L’idea di spendere un po’ per qualcosa subito la faceva fremere.
Ma poi pensò alle ali di unicorno.
«No, Chiara. Tu hai un piano» si disse sottovoce.
La terza settimana, qualcosa andò storto.
Mentre cercava la merenda nello zaino, Chiara trovò un biglietto spiegazzato: “Passeggiata gelato con tutta la classe!”
Cinque euro per il gelato più i giochi al parco.
Tutti avrebbero partecipato.
Chiara corse da mamma. «E se prendessi i soldi del barattolo? Solo stavolta…»
La mamma la guardò con dolcezza. «Se li usi, dovrai ricominciare. Sei tu a decidere: vuoi divertirti ora o continuare il tuo progetto?»
Chiara ci pensò a lungo. Poi prese due monete dal suo astuccio, non dal barattolo.
«Mi accontento di due gusti di gelato. Così spendo poco ma sto con gli altri.»
La mamma le fece l’occhiolino. «Brava. Hai trovato il tuo equilibrio.»
Passarono altre tre settimane.
Il barattolo iniziava a suonare allegro: cling cling cling!
Però una mattina, il fratellino Leo entrò nella sua stanza con aria furbetta.
«Chiaraaa… posso prendere una monetina per comprare le figurine?»
Lei incrociò le braccia. «No, sono per il mio zaino!»
«Ma io te la ridò!» insistette.
Chiara respirò forte. Non voleva sembrare cattiva. Ma dentro sentiva quanto quelle monete fossero importanti.
«Se vuoi, ti aiuto a fare un disegno da vendere alla nonna. Così avrai anche tu le tue monete.»
Leo ci pensò un attimo. Poi sorrise. «Affare fatto!»
Chiara scoprì che anche condividere un obiettivo poteva creare soluzioni, non solo rinunce.
Quando la maestra chiese un piccolo contributo per la festa di fine anno, Chiara capì che non poteva più contare solo sulla paghetta.
Doveva trovare un modo per guadagnare qualcosa in più.
Così, cominciò ad aiutare la nonna nel suo orto: raccoglieva fragole e lavava le foglie di lattuga.
La nonna, riconoscente, mise una moneta nel suo grembiule ogni volta.
«Ogni goccia di sudore è come una piccola stella che brilla, Chiara» diceva ridendo.
In due settimane, il barattolo era quasi pieno fino all’orlo.
Chiara lo guardava come un piccolo scrigno magico.
Era venerdì, giorno di mercato. Lungo la via, le bancarelle traboccavano di dolcetti, mollette e peluche.
Chiara aveva appena ricevuto la sua paghetta.
Poi vide Lui: un peluche a forma di gattino, con gli occhi azzurri grandi come il cielo.
«Solo oggi, due euro e cinquanta!» gridava il venditore.
Chiara lo prese in mano. Morbido, profumato, adorabile.
«Lo prendo?» sussurrò al suo cuore.
Ma subito ricordò lo zaino, le monete, le notti passate a contare.
Chiuse gli occhi un attimo. E nella mente, vide sé stessa con lo zaino sulle spalle, pronta per il prossimo anno scolastico.
Decidere di non comprare fu difficile, ma le sembrò come fare un superpasso da grande.
Dopo nove settimane, mancavano solo tre euro.
Chiara non stava più nella pelle.
Una domenica mattina, papà la trovò intenta a riordinare la libreria.
«Cosa combini, tesoro?»
«Sto selezionando i libri che non leggo più. Li voglio vendere al mercatino della scuola!»
Papà le fece un cenno d’approvazione. «Ottima idea. Così impari anche che le cose possono avere una seconda vita.»
Il giorno del mercatino fu un successo: vendette quasi tutti i libri e guadagnò quattro euro.
Chiara corse a casa, li mise nel barattolo e contò ad alta voce:
«Trentadue! Ci sono tutti!»
Il cuore le batteva forte. Ce l’aveva fatta.
Nel negozio di giocattoli, la commessa la riconobbe subito.
«Ehi, sei la bimba che guarda sempre lo zaino delle ali!»
Chiara rise timidamente. «Sì… ma stavolta lo compro davvero.»
Tirò fuori le monete una per una.
Il tintinnio riempì l’aria come una melodia: il suono della pazienza e della costanza.
Quando uscì dal negozio, indossava lo zaino arcobaleno sulle spalle.
Mamma la fotografò.
«Sembra che tu stia per volare!»
«Un po’ sì» rispose Chiara. «Perché queste ali le ho conquistate con il mio tempo.»
Quella sera, Chiara mise il barattolo vuoto sul comodino. Ma non lo buttò via.
Scrisse una nuova etichetta: “Progetto Estate”.
Leo la guardò curioso. «Cosa risparmierai stavolta?»
«Non lo so ancora» rispose lei sorridendo. «Ma ho capito una cosa: quando scegli di aspettare, stai già costruendo qualcosa di tuo.»
E da quel giorno, ogni moneta che usciva dalle mani di Chiara non era solo un pezzetto di metallo, ma un piccolo pezzo di storia.
La sua storia.
Nota per genitori ed educatori:
In questo racconto di DINDINO by LULLY.kids, Chiara sperimenta il valore del risparmio per un obiettivo concreto, imparando a distinguere tra desiderio immediato e scelta consapevole.
Attraverso la gestione della sua paghetta, ostacoli e decisioni personali, la protagonista scopre la soddisfazione che nasce dall’attesa pianificata e dall’impegno.
La narrazione accompagna i bambini nel riconoscere l’importanza del tempo, del valore delle piccole somme e della consapevolezza nelle proprie scelte.
✨ DINDINO non insegna solo a contare: insegna a scegliere. E a sognare.

